Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione

Salerno

mostra interattiva

Qui non ho visto nessuna farfalla

 

Le iniziative per il Giorno della Memoria 2008

prossimi appuntamenti e segnalazioni eventi

 

 

 

in collaborazione con

sezione di Salerno

Salerno

Largo antistante il Tempio di Pomona

18 aprile, ore 19.00 

MAI MORTI

testo e regia Renato Sarti

con Bebo Storti

25 aprile, ore 20.00

i Melisma in concerto

LA STORIA CANTATA

parole e musiche della Resistenza

ULTIMORA: una pretestuosa polemica della stampa locale su supposti problemi di ordine pubblico e l'avversione della destra hanno fatto correre il rischio di annullamento dello spettacolo.

leggi il comunicato delle associazioni organizzatrici

leggi l'intervento di Renato Sarti

leggi l'intervento di Mimmo Russo

leggi gli articoli della stampa salernitana

 

un'immagine dello spettacolo a Salerno

Mai Morti è uno spettacolo di “successo”, ma non nel senso più comune del termine. È uno spettacolo che fa notizia perché fa discutere, divide gli spettatori, fa arrabbiare, emozionare e commuovere. In sintesi: non può lasciare indifferenti e spesso scatena reazioni “forti” (che purtroppo sono arrivate addirittura alle minacce contro attore e regista).

Il testo di Renato Sarti, presentato nella sua forma breve alla Maratona di Milano nel luglio 2000, è stato prodotto nella versione completa da Teatridithalia e ha debuttato nel febbraio 2002 al Teatro dell'Elfo di Milano.

È affidato a Bebo Storti il difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle “belle imprese” del ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’”ordine pubblico”, contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.

Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione antipartigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia. È una figura di fantasia, ma tragicamente realistica: Renato Sarti, drammaturgo autore da sempre impegnato sui temi della memoria storica, ha voluto ripercorrere, attraverso i racconti di un uomo “mai pentito”, episodi della nostra storia ampiamente documentati, per far riflettere, in modo diretto e crudo, su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano ancora difficili da estirpare.

Durante una notte milanese dei nostri giorni il protagonista si sveglia e si abbandona ai ricordi degli episodi a lui più “sacri, lontani, cari”. Evoca il bell’agire della Ettore Muti, banda fascista che Mussolini elevò a legione autonoma per l’opera di repressione, durante gli scioperi del marzo del 1944 a Milano, che rimarrà tragicamente nella memoria della città per la ferocia delle torture praticate a centinaia di antifascisti all’interno del Piccolo Teatro di via Rovello. Rivive la strage della comunità copta di Debrà Libanos, situata a novanta chilometri da Addis Abeba, dove nel 1937 il viceré Rodolfo Graziani e il generale Maletti Pietro Senior si resero protagonisti dell’eccidio di 2000 fra fedeli e diaconi. Accenna all’uso indiscriminato e massiccio dei gas da parte dell’esercito italiano in Africa contro le popolazioni civili. E ancora rievoca alcune delle più orribili imprese portate a termine dalla Decima Mas (che oggi si cerca di far passare per una pacifica combriccola di patrioti) nel Canavese e in Friuli nell’estate-autunno del 1944.

Anche il passato più prossimo, e il nostro presente, animano i suoi sogni a occhi aperti: siamo nella Milano incandescente del 1969 quando “ai funerali di piazza Fontana si doveva fare il gran botto finale. Bastava un ordigno, uno solo e nemmeno ad alto potenziale. La ressa, qualche nostro provocatore avrebbe scatenato un cataclisma, controllabile da un regime dai valori e, soprattutto, dai muscoli forti tipo quello greco dei colonnelli. (…) Allora si che si riusciva a scaraventare anarchici tranquillamente dalla finestra, raccontare frottole a destra e a manca e farla comunque sempre franca”.

Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere.

fonte http://www.teatrodellacooperativa.it

I gruppi promotori dello spettacolo teatrale "Mai morti" hanno aderito alla richiesta del Comune di Salerno di individuare uno spazio diverso da quello già autorizzato di Piazza Flavio Gioia per lo svolgimento dell'iniziativa ed hanno scelto, d'intesa con il Comune, la piazza antistante il Tempio di Pomona alla via Duomo.

Una pretestuosa polemica di un giornale locale aveva sollevato nei giorni scorsi un problema assolutamente non avvertito in altre occasioni, e che certamente nessuno avrebbe posto senza l'intervento di questo "solerte" cronista.

I gruppi promotori, in piena autonomia e con grande senso di responsabilità, hanno aderito alla richiesta del Comune di Salerno solo per non prestare il fianco a polemiche ed ambigue forme di revanche, strettamente legate al momento politico nazionale e locale.

I gruppi promotori, nel sottolineare l'assoluta gratuità della polemica sollevata, richiamano l'attenzione sul significato dello spettacolo teatrale "Mai morti", espressione di un teatro di forte impegno civile, che vuole contribuire a fornire un punto di vista spesso disatteso su aspetti decisivi della storia del nostro paese negli ultimi decenni.

 

Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione

A.N.P.I. sezione di Salerno

Associazioni aderenti al Progetto "Casa della Pace" di Salerno

Associazione Matrici Culturali

 

Salerno, 15 aprile 2004

Il teatro è l'unico spazio in cui una comunità può ancora riconoscersi e condividere un'esperienza unica e viva.

Unica poiché ogni replica non è ripetibile, viva perché non mediata.

E' una comunicazione diretta. Meravigliosa opportunità di connubio tra realtà e finzione. I piccoli e grandi fatti del vivere quotidiano reclamano giustamente di farne parte. Spesso non avviene. E anche quando avviene non sempre si riesce nel difficile tentativo di tradurre la realtà esterna in linguaggio teatrale, per eccellenza linguaggio della metafora e del paradosso: da un lato la realtà è esclusa oppure rimane preda dei tentacoli del giornalismo e della cronaca televisiva; dall'altro il teatro, nella vita di tutti i giorni, viene sempre più relegato a un ruolo marginale.

Oggi, in Italia, un teatro di forte impegno civile è fondamentale, ma ha bisogno di una forma adeguata. Un teatro solidamente di parola, basato su testimonianze, saggi, deposizioni, aneddoti, atti processuali, documenti.

"I me ciamava per nome 44.787 – Risiera di San Sabba", "Mai Morti", "Vittoria" (scritto con Andrea Berrini, mai rappresentato), "Nave fantasma" (scritto con Giovanni Maria Bellu e Bebo Storti, mai rappresentato), "Nome di battaglia Lia": il nostro lavoro, la nostra ricerca – in attesa di tempi meno inquietanti, in attesa che la differenza tra il confino fascista e un club mediterranée sia finalmente sicuro pilastro della coscienza collettiva – non possono che proseguire sulla base del percorso sin qui tracciato.

 

Renato Sarti

A SALERNO LA CULTURA DÀ SCANDALO?

Sulla polemica intorno al monologo “MAI MORTI”di Bebo Storti  

Leggevo in questi giorni, su alcuni edulcorati “articoli”, del monologo “MAI MORTI” di Bebo Storti, nelle manifestazioni per il 25 Aprile (Festa Nazionale), e della polemica, ad arte montata, di qualche buontempone della cultura locale che com’è noto, da noi, poco flirta con la politica.

Ahimè piccolissima querelle dentro una Salerno che da tempo ha smarrito una sua identità culturale se non quella dei mutevoli localini a via Roma, dei bellini e belline di papà e mammà, storiella di una provincia-di-città povera di concrete narrazioni educative, sciatta nel suo dolce-far-niente, immobile di una sapienza impotente che uccide chi la corrode.

Eppure la testimonianza del “Sarti” casualmente capitata in piazza F. Gioia (tutta la terra su cui camminiamo è intrisa del sangue dei morti, caro Sig. Favella ) è di quelle che lasciano il segno, che commuovono e turbano, che provocano atti consapevoli di pensiero, generano emozioni vive alla fine.

Il problema allora, con o senza Digos, è, perdonate l’inghippo, non “questa pièce dissacra il luogo dei caduti” casomai “reggerà l’immota Salerno a un serio impegno di cultura”?

Se un nobile esercizio di antifascismo (valore che per altro fonda la nostra Costituzione) fa tremare e confonde (nel clima elettorale) i nostri rossi governanti e pompa ossigeno nei loro improvvisati variopinti detrattori (si sa la crisi a sinistra è soprattutto di cultura e di idee) allora siamo proprio alla frutta!

In questi anni la città dopo le opulente “bufale” culturali sessantottesche, quasi sempre sorrette da giovani rampolli, in cerca di emozioni, del suo immortale ceto medio-borghese, ha celebrato, con cura maniacale, tutte le possibili salse dell’ignoranza, cavalcando fino all’ossessione consunti modelli di relazione sociale post-bellici, culminanti, non a caso, con le discusse celebrazioni di “Salerno Capitale”(…).

Dicevo, per non cadere nel rosicato pessimismo sudista, la questio si risolve solo attraverso una bella crisi di coscienza, di tutti però, intendo: bianchi e neri, verdi e rossi, grigi e gialli, rosati e rasati, maschi e femmine, e chi più ne ha …

Allora caro Sig. Falvella costruiamo, insieme se vuole, uno spazio della memoria dignitoso per ricordare Carlo ma la prego non si presti ai rituali dell’odio. Lo spettacolo di Storti è lettura di parte, lo sappiamo, ma è voce, è testimonianza, è teatro, è arte forse.

Si è vero, qualcuno, in rare occasioni, ha contestato “MAI MORTI” ma questo è accaduto altrove, se accadrà anche qui pazienza, ripiomberemo in un incubo verniciato di colori antichi, se non accadrà “Salerno” potrà sentirsi, almeno per un momento, spazio di uomini liberi. 

 

Mimmo Russo - Progetto “Casa della Pace” 

 d

9 aprile - Corriere del Mezzogiorno

Festa della Liberazione a Salerno con il monologo-scandalo interpretato da Bebo Storti. Mobilitata la Digos per la sicurezza

"Mai morti", gli orrori del fascismo in piazza

In scena proprio dove nel '72 fu ucciso il militante di destra Carlo Falvella. Il fratello Pippo: "Che caduta di stile"

10 aprile - Corriere del Mezzogiorno

Il Comune concede l'ex Rotonda alla rappresentazione. Inizialmente era prevista al chiuso, nel Centro Sociale di via Cantarella

Show antifascista in piazza, il centrodestra si ribella

Il 18 aprile Bebo Storti rievoca in camicia nera gli orrori della Decima Mas. Polemiche e preoccupazioni

10 aprile - La Città

L'orrore del ventennio in piazza Alleanza Nazionale in rivolta

il caso Pièce antifascista per la Liberazione

11 aprile - Corriere del Mezzogiorno

Lo Show antifascista spacca anche la sinistra

13 aprile - Corriere del Mezzogiorno

Tra cinque giorni all'ex Rotonda "Mai morti" con Bebo Storti, la pièce di denuncia, sponsorizzata dai no global e avversata dalla destra

Lo show antifascista è pronto a lasciare la piazza

Decideranno questore e prefetto se spostarlo al chiuso. Longo (Prc): "Basta solo un buon servizio d'ordine"

14 aprile  - www.salernonotizie.it

Iannone (AN): “No a spettacolo comunista di Bebo Storti in città"

15 aprile - Corriere del Mezzogiorno

Dopo le polemiche cambia sede lo spettacolo "Mai morti". Longo: "Volevamo andare al chiuso ma tutti i teatri erano impegnati

Show antifascista all'aperto in un'altra piazza

Bebo Storti non si esibirà più all'ex Rotonda ma davanti al tempio di Pomona. Guerra: "Un segno di equilibrio"

9 aprile 2004

Corriere del Mezzogiorno

Gabriele Bojano

g.bojano@corrieredelmezzogiorno.it

 

Festa della Liberazione a Salerno con il monologo-scandalo interpretato da Bebo Storti. Mobilitata la Digos per la sicurezza

"Mai morti", gli orrori del fascismo in piazza

In scena proprio dove nel '72 fu ucciso il militante di destra Carlo Falvella. Il fratello Pippo: "Che caduta di stile"

Arriva a Salerno, per la prima volta in una piazza, "scortato" dalla Digos, il monologo di denuncia sugli orrori del fascismo più discusso e contrastato degli ultimi anni.

Domenica 18 aprile, in piazza Flavio Gioia, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione, sarà Bebo Storti, noto al pubblico tv come il conte Uguccione di "Mai dire gol" ad interpretare "Mai morti" di Renato Sarti, uno spietato excursus nella storia recente del nostro Paese attraverso il filo continuo della memoria ripercorso dal protagonista nostalgico delle “belle imprese” del ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’”ordine pubblico”, contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.

Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas cui ha preso  parte l'ex gerarca.Durante una notte milanese dei nostri giorni l'uomo si sveglia e si abbandona ai ricordi degli episodi a lui più “sacri, lontani, cari”. Evoca il bell’agire della Ettore Muti, banda fascista che Mussolini elevò a legione autonoma per l’opera di repressione, durante gli scioperi del marzo del 1944 a Milano, che rimarrà tragicamente nella memoria della città per la ferocia delle torture praticate a centinaia di antifascisti all’interno del Piccolo Teatro di via Rovello. Rivive la strage della comunità copta di Debrà Libanos, a novanta chilometri da Addis Abeba, dove nel 1937 il viceré Rodolfo Graziani e il generale Maletti si resero protagonisti dell’eccidio di duemila fra fedeli e diaconi. Accenna all’uso indiscriminato e massiccio dei gas da parte dell’esercito italiano in Africa contro le popolazioni civili. E ancora rievoca alcune delle più orribili imprese portate a termine dalla Decima Mas nel Canavese e in Friuli nell’estate-autunno del 1944.

Anche il passato più prossimo, e il nostro presente, animano i suoi sogni a occhi aperti: siamo nella Milano incandescente del 1969 quando “ai funerali di piazza Fontana si doveva fare il gran botto finale. Bastava un ordigno, uno solo e nemmeno ad alto potenziale. La ressa, qualche nostro provocatore avrebbe scatenato un cataclisma, controllabile da un regime dai valori e, soprattutto, dai muscoli forti tipo quello greco dei colonnelli. (…) Allora si che si riusciva a scaraventare anarchici tranquillamente dalla finestra, raccontare frottole a destra e a manca e farla comunque sempre franca”.

Per i temi trattati, lo spettacolo ha subito e subisce continue minacce da parte della destra extraparlamentare. A Roma, due anni fa, alcune decine di giovani tentarono di impedirne la messinscena. Un testo sicuramente "scomodo" che fa notizia perché fa discutere, divide gli spettatori, fa arrabbiare, emozionare e commuovere. Come reagirà il pubblico salernitano?

La scelta di tenere all'aperto, presa dal Comune, è decisamente molto coraggiosa.

Ma c'è un altro particolare che forse è sfuggito, a pochi metri dal luogo dello spettacolo, ad accesso gratuito, la mattina del 7 luglio del 1972 veniva accoltellato a morte dall'anarchico Giovanni Marini il giovane militante di destra Carlo Falvella. Un episodio che la menoria cittadino giammai ha rimosso. "Tenere uno spettacolo simile in quel posto, all'aperto - sottolinea l'avvocato Pippo Falvella, fratello di Carlo - è l'ennesima caduta di stile e di gusto, un'offesa ad una città oltre che ad una famiglia. Continuare a parlare dii storie perverse che oggi non esistono più, mentre il mondo cambia, è un errore che si ripercuote sulle giovani generazioni. Non vorrei che così facendo il Comune fomenti nuovi conflitti". Il dibattito è aperto.

10 aprile 2004

Corriere del Mezzogiorno

Gabriele Bojano

g.bojano@corrieredelmezzogiorno.it

 

Il Comune concede l'ex Rotonda alla rappresentazione. Inizialmente era prevista al chiuso, nell Centro Sociale di via Cantarella

Show antifascista in piazza, il centrodestra si ribella

Il 18 aprile Bebo Storti rievoca in camicia nera gli orrori della Decima Mas. Polemiche e preoccupazioni

Solleva polemiche e desta preoccupazioni la notizia dello spettacolo sugli orrori del fascismo che andrà in scena, ad accesso gratuito, in piazza Flavio Gioia, a Salerno domenica prossima, 18 aprile, ad apertura delle celebrazioni per la Festa della Liberazione.

"Mai morti" di Renato Sarti, con Bebo Storti, attore che recita in camicia nera, da tre anni viaggia scortato dalla Digos perché accompagnato dalla fama, meritata sul campo, di essere preso di mira da gruppi extraparlamentari di destra. In unn teatro romano, alcuni anni fa, addirittura tentarono di non farlo rappresentare e ci volle l'intervento della polizia per sedare gli animi e far svolgere regolarmente la rappresentazione.

Con simili premesse è evidente che quello che il Comune ha imbarcato a bordo non sarà uno spettacolo qualsiasi. La scelta poi di allestirlo in uno spazio all'aperto non semplifica la situazione. Anzi la rende più complicata alle forze dell'ordine che dovranno essere particolarmente vigili.

Ieri l'avvocato Pippo Falvella ha stigmatizzato come "una caduta di stile e di gusto" la scelta dell'ex Rotonda, a pochi passi dal luogo in cui cadde, nel 1972, accoltellato a morte, il fratello Carlo, militante di destra. Ma Cesare Festa, capogruppo consiliare di AN, va oltre e si riserva, subito dopo Pasqua, di chiedere al sindaco la revoca dell'autorizzazione di quello spazio pubblico.

"Il motivo principale - spiega Festa - è di non alimentare, attraverso una ricostruzione di parte anche della storia recente, polemiche e conflitti che appartengono ormai al passato. Salerno non merita uno spettacolo così squallido". Il capogruppo di AN propone pertanto di far tenere lo spettacolo al chiuso (inizialmente si era parlato del Centro sociale di via Cantarella), "perché chi vuole sentire la ricostruzione di vicende anche attuali che non coincidono con le sentenze della magistratura è libero di farlo". Preoccupato da poliziotto, ancor prima che come consigliere comunale, Marco Abate di Forza Italia: "Non ho niente contro i testi antifascisti - esordisce - anzi ben vengano. Resto un po' perplesso sul luogo in cui è stato autorizzato lo spettacolo. Piazza Flavio Gioia è una piazza difficilmente controllabile, ha delle caratteristiche che possono far sì che avvengano degli scontri. Per esperienza credo che sia meglio che vadano presi tutti gli accorgimenti opprotuni". "Meravigliato e angosciato" il capogruppo al Comune di Forza Italia, Aniello Salzano. "Credo nella libertà di espressione e in linea di principio giammai vieterei una rappresentazione simile. Non ritengo però opportuno che si faccia in questo momento storico in cui l'obiettivo e quello di pacificare le coscienze. Peraltro a pochi passi da un luogo in cui fu commessa una violenza in anni lontani caraqtterizzati da scontri violenti di opposti estremismi. Mi sembra un'iniziativa oltremodo pericolosa".

"Mai morti" è una produzione a cura di Teatridithalia che l'associazione Matrici Culturali ha segnalato all'Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione e alle associazioni aderenti al progetto "Casa della Pace" di Salerno per rievocare la ricorrenza del venticinque aprile, nell'anno in cui cade il sessantesimo anniversario di Salerno Capitale e della storica "svolta di Salerno" voluta da Palmiro Togliatti.

10 aprile 2004

La Città

 

L'orrore del ventennio in piazza Alleanza Nazionale in rivolta

il caso Pièce antifascista per la Liberazione

Uno spettacolo antifascista, che spara a zero sugli orrori del ventennio, rievocando le stragi commesse da quella Decima Mas che, al grido di ''una faccia una razza'', agli ordini del principe nero Junio Valerio Borghese, non esitò a depredare, uccidere e terrorizzare (come dimenticare l'immagine, tramandata dalla storia, del macabro cartello imposto al collo del partigiano biellese Ferruccio Nazionale, impiccato dagli uomini di Borghese sulla piazza del municipio di Ivrea il 9 luglio 1944 per aver ''tentato con le armi di colpire la Decima''). Un attore ''scomodo'' come Bebo Storti, noto al grande pubblico televisivo nei panni del conte Uguccione di ''Mai dire gol''. Un autore ancora più schierato, come quel Renato Sarti che prese il volo, a cavallo degli anni Settanta, dividendosi tra Strehler e Salvatores. Ed un folto nucleo di militanti di Alleanza Nazionale che, a sette giorni di distanza dall'inizio delle celebrazioni della Festa della Liberazione già scalcitano, gridando vergogna e deprecando la scelta dell'amministrazione comunale di tagliare il nastro con una pièce che non lascia neppure un millimetro di spazio al revisionismo. Gli ingredienti ci sono tutti per far scoppiare una polemica al vetriolo. Che, nella previsione di chi è preposto a garantire la sicurezza, potrebbe degenerare in un tafferuglio collettivo, così come accadde, due anni fa, al romano teatro del Vascello, quando alcune decine di giovani di An, guidati dalla consigliera provinciale Barbara Saltamartini, cercarono di impedire la messa in scena dello spettacolo ''Mai morti''. Lo stesso che domenica 18 aprile sarà rappresentato in piazza Flavio Gioia. A ''scortare'' Storti, non a caso, ci saranno gli agenti della Digos, che lo seguiranno mentre il protagonista, in una notte milanese, intreccerà il suo monologo, abbandonandosi ai ricordi degli episodi a lui più ''sacri, lontani, cari''. Evocherà il bell'agire della Ettore Muti, banda fascista che Mussolini elevò a legione autonoma per l'opera di repressione, durante gli scioperi del marzo del 1944 a Milano, che rimarrà tragicamente nella memoria della città per la ferocia delle torture praticate a centinaia di antifascisti all'interno del Piccolo Teatro di via Rovello. E ancora. le imprese portate a termine dalla Decima Mas nel Canavese e in Friuli, fino alla Milano rovente del 1969 quando ''ai funerali di piazza Fontana si doveva fare il gran botto finale''. Uno spettacolo quello del 18 aprile, che scomodo lo sarà a Salerno ancora più che in altre città. La location prescelta, piazza Flavio Gioia, è infatti il luogo dove, il 7 luglio del 1972, l'anarchico Giovanni Marini accoltellò e uccise il militante di destra Carlo Falvella. Una scelta reputata ''vergognosa'' e di ''cattivo gusto'' dal fratello Pippo, avvocato. Che ha giudicato anche ''improduttivo per le nuove generazioni il continuare a parlare di storie perverse che oggi non esistono più''. L'invito alla ''rimozione'' è pienamente condiviso anche dal senatore di An Vincenzo Demasi: «Conosco l'equilibrio di Falvella e la compostezza con cui ha vissuto quella tragedia familiare - ha spiegato - Ritengo che la sua censura debba essere tenuta in debita considerazione. Indugiare ulteriormente e mettere a nudo le piaghe del nostro percorso civile mi sembra inutile. E' stato un momento buio della nostra storia, bisogna avere il coraggio di rimuoverlo dalle nostre menti. Mettiamolo da parte e trasmettiamo invece ai nostri figli un messaggio di speranza». Critico anche il deputato di An Edmondo Cirielli: «La storia ha già detto tutto quello che c'era da dire, nel bene e nel male, del fascismo. Uno spettacolo-parodia di vicende che parlano di morte mi sembra a dir poco di cattivo gusto. Non bisogna dimenticare che nella Decima Mas c'erano anche tanti giovani meridionali che sono morti in nome di un ideale. Se avessero organizzato un convegno storico sul fascismo, sarei stato il primo a parteciparvi. Invece quest'iniziativa tradisce, anche per la scelta del luogo, che mi auguro sia il frutto di una sciocca coincidenza, la poca lucidità di chi organizza e quella di chi vi offre l'ufficialità politica. Ben venga che la sinistra organizzi queste cose. Sarà la gente a giudicare...». (b.c.)

11 aprile 2004

Corriere del Mezzogiorno

Patrizia Sessa

Lo Show antifascista spacca anche la sinistra

La messa in scena dei fatti e misfatti dell'estrema destra non convince del tutto le forze politiche. E sullo spettacolo "Mai morti" che Bebo Storti interpreterà a Salerno il prossimo 18 aprile, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione si spacca in due l'opinione pubblica. Il punto di partenza è chiaro: è il caso di far esibire in Piazza Flavio Gioia, nel bel mezzo del centro storico, chi, come Storti, da tre anni viaggia scortato dalla Digos perché preso di mira dall'estrema destra? E, quindi, è il caso di sollevare problemi di ordine pubblico e di mettere a rischio l'incolumità dagli spettatori. L'assessore comunale alla cultura, Ermanno Guerra, si dice sorpreso. Ammette che non era affatto a conoscenza di quello che c'era dietro allo spettacolo di Storti. Ammette che non sapeva che la sua performance, in altre parti d'Italia aveva addirittura causato la protesta di forze dell'estrema destra e l'intervento della polizia. E, allo stesso tempo, si dice rammaricato per il dispiacere della famiglia Falvella, vale a dire chi, nel 1972, vide morire per mano di un anarchico un suo giovane parente, Carlo Falvella, ucciso proprio a pochi metri di distanza da dove si svolgerà lo spettacolo. "Sentirò tutte le forze politiche, e soprattutto la famiglia Falvella -  dice - e se, insieme con il sindaco, ci dovessimo rendere conto che lo spettacolo possa offendere qualcuno o possa mettere in pericolo il pubblico, valuteremo di spostarlo al chiuso". "Ripeto - aggiunge Guerra - non immaginavo la storia di questo artista e ne sono sorpreso. Prenderemo atto della situazione, nella sua glolbalità, e adotteremo le decisioni più giuste per tutti". Sul fronte del no, senza se e senza ma, si schiera, dalle fila dei Progressisti, Nicola Landolfi che sposa la stessa linea del suo antagonista pollitico Cesare Festa, capogruppo di AN. "Visto che ci sonoo stati già incidenti per la messa in scena di questo spettacolo, non credo sia opportuno farlo all'aperto - dice Landolfi - Forse l'amministrazione comunale ha dato parere favorevole perché non conosceva del tutto il contenuto dello spettacolo. La tutela dell'ordine pubblico deve essere la prima preoccupazione. Sono d'accordo con la richiesta di Festa è il caso di spostare lo spettacolo al chiuso. Quanto al riferimento con la vicenda Falvella, non credo che c'entri. Mettere in contatto le due situazioni significherebbe ideologgizzare". Chiama in causa la tutela dell'ordine pubblico anche Alessandro Cavallo, capogruppo nei banchi di Palazzo di Città, della Margherita: "Se oggi vediamo come si cerca di emendare la storia delle Brigate Rosse non possiamo bocciare a priori uno spettacolo che ci porta indietro nel tempo e nella storia della destra. Se dobbiamo rischiare problemi di ordine pubblico è il caso di individuare un altro posto. Quanto al caso Falvella penso sia una pura coincidenza". Chi, invece spera che lo spettacolo di Storti sia fatto a piazza Flavio Gioia è Lorenzo Forte, capogruppo di Rifondazione e presidente della commissione Cultura. "Se si valuta di spostare lo spettacolo vuol dire che si ritiene che alcune persone possano influenzare la vita democratica della città - dice - Non vedo tutta questa preoccupazione. E se poi i militanti di estrema destra dovessero uscire allo scoperto, ben venga. Così la gente potrà rendersi conto di che pasta sono fatti.

13 aprile 2004

Corriere del Mezzogiorno

Gabriele Bojano

g.bojano@corrieredelmezzogiorno.it

Tra cinque giorni all'ex Rotonda "Mai morti" con Bebo Storti, la pièce di denuncia, sponsorizzata dai no global e avversata dalla destra

Lo show antifascista è pronto a lasciare la piazza

Decideranno questore e prefetto se spostarlo al chiuso. Longo (Prc): "Basta solo un buon servizio d'ordine"

A cinque giorni dalla messinscena in Piazza Flavio Gioia di "Mai morti" il monologo di denuncia sugli orrori del fascismo scritto da Renato Sarti e interpretato da Bebo Storti, non accennano a placarsi in città le polemiche e le preoccupazioni sull'opportunità di tenere all'aperto una rappresentazione "scomoda". Peraltro a poca distanza da dove nel 1972 fu accoltellato a morte da un anarchico il giovane militante di destra Carlo Falvella.

Dalle forze dell'ordine viene, almeno per il momento, scongiurato il pericolo che a Salerno si possano ripetere azioni di disturbo e di protesta degli squadristi di destra, simili a quelle che cercarono di impedire l'allestimento dello spattacolo a Roma. Saranno tuttavia prefetto e questore, nei prossimi giorni, a valutare se è il caso, per ragioni di ordine pubblico, di trasferire la piéce al chiuso. Già l'assessore alla cultura, Ermanno Guerra, si è detto disponibile a considerare, di comune accordo con il sindaco, l'ipotesi di spostarla al chiuso.

"Inizialmente avevamo chiesto al Comune di poter usufruire o del Teatro Verdi o dell'Augusteo - spiega Sandro Longo, consigliere di Rifondazione comunista, tra gli organizzatori (venticinque associazioni che afferiscono all'arcipelago dei no-global) della serata-evento di domenica prossima - nell'impossibilità di concederceli, perché entrambi occupati, ci era stato proposto il Centro sociale di via Cantarella, a Pastena. Troppo periferico. Allora abbiamo optato per piazza Flavio Gioia dove sono in programma anche le celebrazioni del 25 aprile, come l'anno scorso".

Sul clima quantomeno di attesa e di curiosità, che si è determinato, Longo reagisce con fermezza: "Mi auguro che siano tutte semplici paure, è uno spettacolo, non si può immaginare di vietarlo, così si mette in discussione la vita democratica dei cittadini. Se però i dirigenti di AN sanno con certezza che al loro interno esistono frange di violento, invece di dirlo ai giornali, dovrebbero denunciarlo alla polizia". A sentire Longo, sembra di essere tornati indietro nel tempo, proprio a quei tragici anni '70 dominati dalla contrapposizione politica: "C'è un clima ed un atteggiamento da parte della destra che è cambiato - accusa - si fomenta di nuovo quest'ideologia violenta. Un esempio? La città è piena di croci celtiche, per non parlare delle continue scritte intimidatorie e furti ad Asilo Politico e delle aggressioni per motivi xenofobi nei confronti degli extracomunitari". Allora, "Mai morti" in piazza o no? "Noi vorremmo restare in piazza - è la risposta del consigliere comunale comunista - sarà a cura di chi è deputato ad organizzare il servizio d'ordine a rafforzare l'impiego degli agenti di polizia. Vuol dire che invece di due ne metterà venti".

in Piazza Flavio Gioia sono previste anche le celebrazioni per il 25 aprile della domenica successiva: proiezioni, dibattiti, mostre fotografiche e concerto con i canti della Resistenza a cura del gruppo Melisma.

14 aprile 2004

www.salernonotizie.it/

Iannone (AN): “No a spettacolo comunista di Bebo Storti in città"

Il Presidente Provinciale di Azione Giovani, Antonio Iannone, critica aspramente l’Amministrazione comunale di Salerno che intende concedere piazza Flavio Gioia allo spettacolo comunista di Bebo Storti. Iannone ha dichiarato: “l’Amministrazione comunale di Salerno dimostra una faziosità ideologica fuori dal tempo che viviamo e una irresponsabilità che purtroppo riscontriamo quotidianamente in tutte le scelte di governo cittadino. Concedere piazza Flavio Gioia ad uno spettacolo forviante organizzato da chi altro scopo non ha che provocare e creare disordine costituisce un disonore per quell’Istituzione che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini salernitani. Una decisione assolutamente inopportuna sotto tutti i punti di vista: culturale, storico, politico, di buon senso e di tutela dell’ ordine pubblico.

1) Culturale: il comunismo, che anima gli organizzatori e coloro che porteranno in scena lo spettacolo, è un’esperienza superata, condannata dalla storia e dalla democrazia in tutto il mondo al pari di ogni forma di totalitarismo.

2) Storico: a distanza di cinquant’anni dalla seconda guerra mondiale i tempi sarebbero maturi per una pacificazione nazionale volta a sanare quella profonda lacerazione che la società italiana ha vissuto nell’immediato dopoguerra e negli anni settanta. Queste manifestazioni sono mirate alla rievocazione di spettri che per anni hanno impedito al nostro Paese di maturare una Coscienza Nazionale con tutto quello che ne è derivato in termini di progresso civile.

3) Politico: il voler riproporre la vetusta dicotomia fascismo-antifascismo (intesa in questo caso come pro comunismo) certamente non giova a nessuno se non a coloro che ancora si accaniscono in una improbabile quanto strumentale caccia alle streghe.

4) di buon senso e di tutela dell’ ordine pubblico: l’Amministrazione De Biase non può avallare gli intenti di un manipolo di provocatori dimenticando che a pochi metri da piazza Flavio Gioia circa trentadue anni fa un giovane mite, il compianto Carlo Favella, venne ucciso per mano di un anarchico animato dagli stessi sentimenti di questi “pacifisti” che cantano “uccidere un fascista non è reato”. A pochi metri, inoltre, c’è anche la nostra Presidenza Provinciale che è stata sempre, nel corso di manifestazioni di estrema sinistra, oggetto di insulti e violente provocazioni verbali e non solo. Pertanto chiediamo pubblicamente al Prefetto e al Questore di non autorizzare la manifestazione rassicurando (qualche scellerato consigliere comunale di rifondazione comunista che si augura scontri) che, in caso contrario, i giovani della destra politica di AN non cederanno alle provocazioni di questo terzo mondo ideologico e culturale.”

Antonio Iannone (Alleanza Nazionale)

15 aprile 2004

Corriere del Mezzogiorno

Patrizia Sessa

Dopo le polemiche cambia sede lo spettacolo "Mai morti". Longo: "Volevamo andare al chiuso ma tutti i teatri erano impegnati

Show antifascista all'aperto in un'altra piazza

Bebo Storti non si esibirà più all'ex Rotonda ma davanti al tempio di Pomona. Guerra: "Un segno di equilibrio"

Ha prevalso il buon senso, l'assessore comunale alla cultura, Ermanno Guerra, conferma: il monologo di denuncia sui crimini del fascismo che Bebo Storti porterà in scena , a Salerno, domenica prossima. 18 aprile, non si terrà più in piazza Flavio Gioia, a pochi distanza dal luogo dove fu ucciso nel 1972 il militante di destra Carlo Falvella, come da programma, ma nel piazzale antistante il tempio di Pomona. Il trasferimento dello spettacolo lo definisce un "segno di equilibrio". "Abbiamo accolto la posizione di quanti avevano mostrato qualche perplessità - spiega l'assessore - con questa decisione abbiamo voluto anche sottolineare che non c'era nessun intento di urtare suscettibilità né di fare provocazioni. Nel rispetto di tutte le sensibilità abbiamo, quindi, deciso di accogliere la richiesta di trasferimento". 

Al centro di non poche polemiche e spaccature del fronte politico, lo spettacolo di Bebo Storti, che già in altre città italiane ha causato problemi di ordine pubblico a causa di interventi di estremisti di destra che ne volevano vietare la messinscena, sembra, quindi, essere arrivato ad una situazione di tregua. Stamattina alle 12, presso l'Ufficio per la Pace di via dei Canali, gli organizzatori dello spettacolo terranno una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Ma intanto Sandro Longo, consigliere comunale con delega alla Pace sottollinea quanto fatto in queste ultime ore per cercare di tranquillizzare gli animi.

"Abbiamo valutato tutte le ipotesi - dice - così come suggerito da alcuni, per evitare qualsiasi problema di ordine pubblico, abbiamo cercato di spostare lo spettacolo in un teatro ma, per la data prefissata, erano tutti impegnati da altre programmazioni. Abbiamo anche cercato di spostare la data, per non farlo coincidere con le celebrazioni del 25 aprile, ma Storti non poteva. Abbiamo, quindi, deciso di trasferire la messa in scena, un passo di responsabilità, riteniamo, per assicurare a tutti di seguire lo spettacolo nella massima tranquillità". E se lo stesso Bebo Storti, informato delle polemiche, si augura "che restino solo dialettiche", c'è chi, come il presidente provinciale di Azione Giovani, Antonio Iannone, critica aspramente la scelta di rappresentare un testo così scomodo, "una decisione assolutamente inopportuna da tutti i punti di vista: culturale, storico, politico, di buon senso e di tutela dell'ordine pubblico"

 

Falvella: "Salva la memoria di Carlo"

Si dice soddisfatto Filippo Falvella. E la decisione di trasferire la messa in scena dello spettacolo di Bebo Storti nello spazio antistante il Tempio di Pomona, la definisce una "scelta positiva sia sotto ill profilo etico che in merito alla capacità di autocritica che l'amministrazione comunale ha dimostrato di avere". Lui che, ricordando la morte del fratello Carlo Falvella, militante di destra ucciso per mano di un anarchico, aveva duramente criticato la scelta di localizzare lo show antifascista si Storti a pochi metri da dove si verificò l'uccisione, non abbandona del tutto il tono della polemica. "Va sottolineata - spiega - l'estrema leggerezza nella quale l'amministrazione si avventura in queste situazioni, creando allarmismi di cui soprattutto in questi tempi di necessaria pacificazione politica, la gente non ha affatto bisogno. Nessuno, a parte il Corriere del Mezzogiorno, ha comunque pensato di ascoltare le mie ragioni, sentire le mie posizioni. Evidentemente , Palazzo di Città è del tutto disinteressato a prendere in considerazione la gente che vive in questa città"

P.S.

 

mostre e iniziative

Anne Frank - Una storia attuale

Terezin - disegni e poesie dei bambini del campo di sterminio

Non avevamo ancora cominciato a vivere - voci e immagini dai campi di concentramento per giovani di Moringen e Uckermark

 

La Rosa bianca - Studenti contro il nazismo

 

I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola

 

La Memoria per un futuro di Pace

A scuola col duce

Qui non ho visto nessuna farfalla

2006    2007

...Festa d'aprile!

La storia cantata - Parole e musiche della Resistenza

25 aprile 2003
25 aprile 2004

Teatro, convegno e musica per ricordare la Liberazione

Itinerari di libertà

I canti del '900:

spettacolo della S.M.S. Torrione Alto di Salerno

concorso