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La
mostra, a cura della Fondazione Anne Frank di Amsterdam, ha come tema principale la storia
dellOlocausto raccontata attraverso unangolazione essenzialmente biografica.
I riferimenti alla storia di Anne Frank e della sua famiglia, le citazioni dalle pagine
del suo diario, le fotografie del suo album di famiglia, raccontano della condizione di
una famiglia ebrea nel periodo nazista. Allo stesso tempo la mostra offre una dettagliata ed accessibile informazione sul contesto
storico attraverso luso di significative immagini fotografiche, citazioni di
documenti originali ed altre fonti testuali. Alla mostra è affiancata una sezione italiana, realizzata dallIstituto Campano per
la Storia della Resistenza, dal titolo Lebreo come diverso - la persecuzione
antisemita in Italia che affronta il tema, rimasto ancora poco esplorato,
dellantisemitismo in Italia durante il fascismo.
Nei 20 giorni di permanenza, solo per quanto
riguarda le scuole, hanno visitato la mostra circa 5.000 studenti provenienti da scuole
elementari, medie e superiori di Salerno, ma anche di Cava dei Tirreni, Angri, Sarno,
Siano, Pagani, Scafati, San Marzano sul Sarno, Battipaglia, Eboli, Caselle in Pittari,
Giffoni Valle Piana, Montecorvino Rovella, Contursi, Stio Cilento, e persino da Bella in
provincia di Potenza. |
8 ottobre 1998, ore 18
INAUGURAZIONE
da sinistra
Ferdinando Argentino - Presidente
dell'Azienda del Gas di Salerno
Ermanno Guerra
- Assessore alla Cultura del Comune di Salerno
Maria Teresa Brancaccio e Arne Gillert - Fondazione Anne Frank
di Amsterdam
Gerardo Giordano -
Vice Presidente della Provincia di
Salerno
Mons. Gerardo Pierro
- Arcivescovo Metropolita di Salerno
Franco Inglese -
Funzionario del Provveditorato agli Studi di Salerno |
14 ottobre 1998
ore 18
CRIMINI CONTRO
L'UMANITA' E CORTE PENALE INTERNAZIONALE
Irma Musella Magistrato
e Responsabile Rete giuridica reg. Amnesty International
Aldo Pavia Presidente della sezione di Roma dell'Ass.Nazionale Ex Deportati nei
campi nazisti |
16 ottobre 1998
ore 10
SEGNI E FORMA DELLA
COSCIENZA DEL NOVECENTO
Massimo Bignardi
Ordinario di Storia dell'Arte dell'Accademia di Belle Arti di Brera |
22 ottobre 1998
ore 21
Teatro del Giullare
Via Incagliati Salerno
La Compagnia del Giullare propone
"VOCI DELLO
STERMINIO" |
26 ottobre 1998
ore 18
COMUNICAZIONE E
MEMORIA
Luigi Gravagnuolo
Giornalista
Bia Sarasini Direttore di "Noi Donne"
Marcello Pezzetti Ricercatore del Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano |
27 ottobre 1998
ore 18
CONOSCERE PER
FORMARE: INSEGNARE LA SHOAH
Marcello Pezzetti
Ricercatore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano |
Il
mattino
8 ottobre1999
Oggi la mostra al tempio di
Pomona
La memoria di Anne Frank
Alfonso Sarno |
Ha senso parlare di "diversità" in una società che, di là di
facili schematismi sembra aver assunto quale concetto dominante quello dell'omologazione?
Per il gruppo impegnato nel progetto Diamo un futuro alla memoria la risposta è
senz'altro affermativa: da due anni con video e documenti in prevalenza non reperibili nei
normali circuiti commerciali, incontri con ex deportati, studiosi e studenti combatte
affinché la "memoria" del nazismo e del fascismo non venga rimossa.
Oggi pomeriggio, alle ore 18, nel Tempio di Pomona di fronte al Duomo di Salerno, si
inaugura la mostra "Anne Frank - una storia attuale" a cura dell'omonima
Fondazione di Amsterdam.
Anne, l'adolescente fragile e nello stessotempo forte, priva di quell'alone di buonismo con cui è stata descritta,
rappresenta il segno forte di una iniziativa che vede impegnato il gruppo per l'intero
mese di ottobre, con I'intervento di politici, magistrati, giornalisti e storici.
Attraverso la sua vicenda personale l'esposizione ripercorrerà quella più generale ma
ugualmente cruenta, dell'Olocausto e la difficile, subumana, vita di una famiglia ebrea
nell'incubo nazista. All'esposizione su Anne Frank, si affianca una sezione, "L'Ebreo
come diverso". La persecuzione antisemita in Italia", realizzata dall'Istituto
Campano per la Storia della Resistenza che affronta il tema dell'annientamento di ogni
diversità in Italia, durante il fascismo.Un periodo non ancora esplorato appieno e
che tanti, troppi, cercano di minimizzare o - cosa più grave - di
legittimare giustificandolo, come ricordano i curatori della rassegna, con il particolare
momento storico, omologando "le ragioni degli oppressori con quelle degli oppressi,
chi ha imposto le leggi razziali a chi le ha subite, chi in Europa ha calpestato col
terrore ogni diritto, dignità, libertà uguaglianza a chi, invece, ha creduto in quei
valori difendendoli in ogni modo e ad ogni costo". A riflettere, oggi pomeriggio, su
questo tema, oltre ad Arne Gillert della Fondazione Anne Frank, ci saranno Alfonso Andria,
Presidente della Provincia di Salerno, Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, I'Arcivescovo
Gerardo Pierro e il Provveditore agli Studi, Vitaliano Bifulco. |
Il
Mattino
venerdì 9 ottobre 1998
La mostra-incontro
"Diamo un futuro alla memoria"
Rivive a Salerno il Diario di Anna Frank
Le pagine censurate? per la Fondazione "un falso scalpore"
Alfonso Sarno |
Anna
Frank, una storia attuale" per venti giorni l'autrice del più drammatico diario di
questo secolo sarà ricordata con una mostra inaugurata ieri a Salerno al Tempio di
Pomona.
Organizzata da un gruppo di intellettuali impegnati nel progetto "Diamo un futuro
alla memoria", alla manifestazione ha partecipato anche Arne Gillert, direttore del
dipartimento internazionale della Fondazione Anna Frank, di Amsterdam.
E lui ridimensiona il presunto "scandalo" sulla recente pubblicazione di parti
inedite del Diario; quelle cinque pagine che Otto, il padre di Anna, censurò e che per lo
studioso non sono altro che
l'espressione dell'inquietudine di
un'adolescente.
"Mi trovo in una posizione molto difficile. Mamma è contro di me e io sono contro di
lei. Papà di fronte lotta silenziosa tra me e la mamma chiude gli occhi. Mamma è triste,
visto che mi vuole ancora bene, e io non sono per niente triste, perché io con lei ho
chiuso." Così scriveva il 28 marzo Anna Frank nel suo Diario, frasi tipiche di una
adolescente in conflitto con la famiglia, acuite dalla tensione che aleggiavanell'alloggio di Amsterdam dove la famiglia cercava di sfuggire ai
nazisti. Sull'argomento specifico Arne Gillert glissa. "Non capisco tutto questo
scalpore. Per noi le pagine ritrovate non hanno nessuna importanza. Anzi rafforzano
l'immagine che abbiamo di Anna: un'adolescente di 13 anni, con tutti i problemi tipici di
quella età piena sacro furore verso il mondo degli adulti. L'unica noia di tanta
indesiderata pubblicità è stata la pressione della stampa e degli editori che pur
ottenere l'esclusiva ci hanno perseguitati con offerte milionarie "Gillert preferisce
parlare quindi del suo lavoro e quello dei colleghi salernitani da due anni impegnati nel
mondo della scuola che ha come scopo quello di far sì che le atrocità commesse dal
nazismo non vengano dimenticate.
"Oggi - concorda Gillet - è importante affrontare il problema delle minoranze anche
nella nostra Europa. Sembra strano, eppure i governi di sinistra non sono riusciti a
rispondere appieno esigenze dei ceti più deboli" Per questo Fondazione Anne Frank si
sente sempre più impegnata nel tentativo di colmare quel vuoto che separa chi ha,
da chi invece è costretto a vivere in uno stato di continua sudditanza
economica e psicologica. "Noi non vogliamo convincere, ma contribuire affinché un
determinato gruppo sociale acquisti una sua coscienza".
Uno scopo che la Fondazione cerca di raggiungere attraverso mostre, come quella su Anna
Frank, giunta a Salerno dopo essere stata presentata con grande successo a Napoli e
Palermo, oltre ad iniziative in campo sociale ed educativo.
"In Ungheria - ricorda - abbiamo creato una scuola secondaria superiore per i giovani
Rom, tradizionalmente esclusi dal sistema scolastico. Speriamo che molti di essi possano
iscriversi all'Università e che portino, nella cultura tradizionale la propria storia e
tradizioni; E, perché no, anche le contraddizioni, L'errore della distratta ed opulenta
Europa è quella di dimenticare che le cosiddette minoranze sono fatte da uomini e donne,
con difetti e pregi, odi ed amori"
Proprio come Anna, ragazzina apparentemente fragile ma dalla forte sensibilità, che la
spingeva a combattere contro tutti e tutto. |
Corriere del Mezzogiorno
marted' 13 ottobre 1998
"Sfregio" contro
Anna Frank
Scritte antisemite sul muro del Duomo alla vigilia degli incontri dedicati
all'Olocausto
La scoperta è stata fatta dagli organizzatori della manifestazione: "Un gesto di
assurda ignoranza"
Nico Piro |
La mostra sulla figura simbolo della persecuzione antisemita
durante la seconda guerra mondiale ha aperto i battenti giovedì sera al tempio di Pomona
nel palazzo arcivescovile, ma lo schiaffo alla memoria delle milioni di vittime
dell'olocausto è arrivato appena pochi giorni dopo. Nella notte tra sabato e domenica sul
muro laterale del Duomo è comparsa la scritta "Anna Frank invenzione degli
ebrei" chiaramente ispirata alle tesi del neonazismo revisionista. Una scritta lunga
quasi quattro metri e chiusa da una svastica che campeggiava proprio di fronte la sala
dove si svolge la manifestazione: un orrido benvenuto al quale i visitatori della mostra
non possono sottrarsi.
"E' un gesto di assurda ignoranza" denuncia Renato Peduto esponente salernitano
del comitato "Diamo un futuro alla memoria" che ha organizzato l'evento.
"Si tratta di un segnale preoccupante -continua Peduto- che testimonia il diffondersi
tra le giovani generazioni di elementi di intolleranza. Elementi che sono pronti a
riversarsi non solo sul passato, come in questo caso, ma anche sul presente in un sud dove
continuano ad arrivare ondate migratorie dai paesi poveri del nord Africa e non
solo". Peduto che è preside della media "Anna Frank" di San Marzano sul
Sarno lancia dure accuse al mondo della scuola "Siamo alle solite, il vero problema
è che la storia del '900 è di fatto esclusa dai programmi della maggior parte delle
scuole superiori le si dedica un'attenzione marginale e per giunta solo alla fine
dell'anno. I ragazzi sono sensibili ai va lori che si offrono loro, se la scuola cede il
passo è normale che il vuoto venga riempito dalla barbarie"
La mostra, che resta aperta flno al 29 ottobre, è divisa in duesezioni, la prima dedicata ad Anna Frank, autrice del diario
universalmente noto, con materiali dell'omonima fondazione olandese; la seconda incentrata
sulla persecuzione antisemita in Italia curata dall'Istituto campano della resistenza.
Decine di immagini, montante su pannelli ricchi di commenti e documenti, che consentono di
attraversare la storia dell'olocausto quanto quella dell'ascesa del regime nazista e delle
leggi antisemite emesse nel nostro paese durante il ventennio. Un percorso fatto anche di
immagini crude che "si rivolgono - come ha sottolineato Arne Gillert della Fondazione
Anna Frank di Amsterdam, presente all'inaugurazione di giovedì scorso - a tutte le
coscienze e conserva la memoria per evitare che orrori del genere si ripetano". |
Cronache del
Mezzogiorno
venerdì 16 ottobre 1998
Diamo un futuro alla memoria
Il pensiero dell'ira
Antonella Croce |
Il
concetto di diritto può dare adito a mille interpretazioni diverse, spesso anche
contrastanti tra loro. Esso è contemporaneamente legge e delega, pretesa e concessione.
Lo stesso diritto può essere difeso strenuamente in un paese e calpestato in un altro. Un
solo aspetto dovrebbe, però, essere uguale per tutti: il diritto di ognuno a essere
libero di esprimere la diversità. Senza riserve, senza paura.
Il mezzo attraverso il quale potrebbero essere ricomposti i tenui confini del diritto e
potrebbe realizzarsi un tipo di "conflitto creativo" è il dialogo. Attraverso
la comunicazione, infatti, il nemico diventa oppositore e, seppur lentamente, può
trasformarsi nella figura di complice nel conflitto creativo che fa parte del nostro agire
quotidiano.
Del conflitto, purtroppo, viene spesso colto soltanto l'aspetto distruttivo, per cui
diventa necessario rinforzare continuamente i fragili puntelli dell'edificio della pace
promuovendo la cultura dell'uguaglianza e della comprensione.
Il ciclo di conferenze, facente parte del piùampio
progetto "Diamo un futuro alla memoria", sembra pienamente rispondere alla
sempre rinnovata esigenza di conoscenza della diversità.
In particolare, la conferenza "Crimini Contro l'umanità e Corte Penale
internazionale" ha focalizzato l'attenzione sul problema della definizione esatta
dell'espressione "crimine contro l'umanità", e sull'istituzione recente, con
tutte le sue difficoltà, di un Tribunale internazionale che possa salvaguardare,
sostanzialmente, il rispetto delle leggi contenute nella "Dichiarazione Universale
dei Diritti dell'Uomo", di cui ricorre il cinquantesimo anniversario, il
10 dicembre di quest'anno.
Quando si parla di crimini Contro l'umanità, si pensa immediatamente alla prima terribile
occasione in cui quest'espressione fu utilizzata: il processo di Norimberga in cui furono
giudicati i criminali nazisti, colpevoli del genocidio degli Ebrei.
Il ricordo non solo del genocidio, ma anche della condizione di diversità degli Ebrei in
ogni epoca, attraverso le riflessioni e la
testimonianza
di Aldo Pavia, presidente della sezione di Roma dell'Associazione Nazionale Ex Deportati
nei campi nazisti, è stato lo spunto per un dibattito più ampio su un problema
tristemente ancora attuale.
A mezzo secolo di distanza, dunque, ci ti trova ancora di fronte all'ingrato compito i
dare una definizione qualitativa o quantitativa del termine, come ha messo in evidenza il
magistrato Irma Musella, responsabile della rete giuridica regionale di Amnesty
International.
E' necessario, ancora, prendere atto dell'esistenza di eventi criminosi aberranti. Il
dialogo, perciò, l'arte cioè di rendere l'animo nobile, sembra la più potente
alternativa possibile.
Per la pace, infatti, non è mai troppo tardi. Una pace che sia innanzi tutto una
condizione interiore, come ha scritto il poeta indiano Santideva nel VII secolo: "Il
numero dei miei nemici è infinito come lo spazio. Quanti ne ucciderò? Ma ecco. ucciso il
pensiero dell'ira, sono uccisi tutti i nemici". |
Agire
sabato 17 aprile 1998
Mostra su Anna Frank a Salerno
Una piccola, grande, donna che pagò l'essere un'ebrea
Allestita negli spazi del Tempio di Pomona, presso il Palazzo Arcivescovile, è aperta
tutti i giorni fino a giovedì 29 ottobre
Antonella Fimiani |
"Per
una come me scrivere un diario è una sensazione davvero strana. Non solo perché non ho
ancora mai scritto, ma perché ho l'impressione che un domani né a me né a nessun altro,
potranno interessare le confidenze di una ragazzina tredicenne
"
Anna Frank non avrebbe mai immaginato che quel diario, cominciato a scrivere per caso in
occasione del suo compleanno si sarebbe poi rivelato lo straordinario documento di un
periodo, quello della persecuzione nazista, che ha ormai gettato un velo indelebile sulla
dignità dell'uomo.
Il progetto "Diamo un futuro alla memoria", giunto quest'anno alla terza
edizione, con I'aiuto della Fondazione Anne Frank di Amsterdam, ha deciso di riprendere la
figura di questa piccola, grande, donna ideando una mostra che con fotografie, spazio
video e libri, ripercorre un po' la triste vicenda della famiglia Frank gettando luce su
una realtà sempre più dimenticata dai giovani ma che, per la sua crudeltà, non smette
mai di far riflettere. L'esposizione, che prevede tra l'altro anche un piccolo spazio per
raccontare quella che è stata la persecuzione antisemita in Italia, sarà presentea
Salerno fino al 29 ottobre presso il Tempio di Pomona in via Duomo al fine di invogliare,
in special modo le scuole, a ripercorrere, con la storia di Anna,quella che fu la tragedia
di più di dieci milioni di "diversi". Da quando, nel '39, scoppia, infatti, la
seconda guerra mondiale la logica di annientamento nazista, volta alla creazione di un
popolo tedesco di "razza pura" e alla monopolizzazione del potere economico,
militare e politico, fu inarrestabile e al di sopra di ogni diritto, moralità, dignità e
giustizia.
Nel '42 i Frank, legati alla religione ebraica, entrano nella clandestinità
rifugiandosi ad Amsterdam nella stretta soffitta di una fabbrica; Anna, che intanto ha
come unico sfogo il suo diario, vivrà per più di due annicompletamente isolata dal
mondo nella costante angoscia di morire da un momento all'altro.
"So quello che voglio, ho uno scopo, un'opinione, una fede e un amore. Lasciatemi
essere me stessa e sarò contenta.So di essere una donna con una forza interiore e tanto
coraggio
"
La piccola ebrea vive così la sua ormai non-vita nella speranza di una giustizia e di un
riscatto che in realtà non avverranno mai. Nel '44, infatti, i rifugiati vengono
arrestati ed Anna morirà di tifo assieme alla sorella Margot nel campo di Bergen Belsen
appena un mese prima che gli americani sconfiggessero definitivamente Hitler.
Ma i sogni, le speranze, i valori di questa giovane donna non sono morti con lei perché
quel diario, testimone del suo grande desiderio di vivere, è diventato emblema di una
fetta di storia dove l'ingiustizia è stata l'unica giustizia. Il nazismo ha infatti
screditato l'umanità davanti a Dio mostrando come il potere, il successo e
l'egoismo dell'uomo hanno la potenza di catapultare il mondo.
Il rischio pero è che ciò che è avvenuto 50 anni fa potrà ripetersi; I'intolleranza
verso gli ebrei è stata in realtà solo il segno più evidente di una ghettizzazione
radicale che da secoli è rivolta ai cosiddetti "diversi".
Negli ultimi dieci anni, la crescita di sentimenti di nazionalismo estremo in molti paesi
del mondo (la violenza etnica della ex Jugoslavia è solo il caso più eclatante) dimostra
in realtà che I'inesistenza di valori nasce molto spesso da una fredda, boriosa
ignoranza.
Perché è solo guardandoci alle spalle e riflettendo sul sangue dei nostri padri che
possiamo sperare di capire meglio la realtà che ci circonda per provare, chissà, a
cambiare finalmente qualcosa. |
Cronache del
Mezzogiorno
mercoledì 28 ottobre1998
Si avvia alla conclusione presso il
Tempio di Pomona il progetto "Diamo un futuro alla memoria"
Quantità e qualità dell'informazione.
Sul tema della Shoah energico l'intervento diMarcello Pezzetti.
Carlo Pecoraro |
"Comunicazione
e memoria" è l'interessante tema discusso l'altra sera al Tempio di Pomona nel corso
dell'iniziativa culturale, "Diamo un futuro alla memoria" che, dall'8 ottobre,
sta promuovendo in città un percorso di riflessione sull'olocausto presentando le mostre:
"Anne Frank una storia attuale" e "L'ebreo come diverso - la persecuzione
antisemita in Italia".
All'incontro-dibattito hanno partecipato Bia Sarasini direttore di "Noi Donne",
Marcello Pezzetti ricercatore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di
Milano, il professor Luigi Gravagnuolo ed il preside Renato Peduto. L'incontro,
fondamentalmente basato sul ruolo dell'informazione di massa, si è attestato, sin dalle
prime battute, sulla dicotomia quantità/qualità. "Sul mondo ebraico si è fatta fin
troppa informazione - ha sostenuto Marcello Pezzetti - non c'è giorno che le terze pagine
dei giornali o la televisione non trattino l'argomento. Tanto che, uno straniero in visita
nel nostro Paese potrebbe pensare che questa sia una nazione di ebrei. L'ebreo va di moda!
e questo mi preoccupa perché in un'altra epoca l'essere "famoso" ha scatenato
quello che sappiamo. Il problema fondamentale - ha continuato Pezzetti - , è la qualità
dell'informazione.
Dal 1945 al 1969, per esempio, nell'ambito cinematografico, non ci sono state pellicole
che hanno documentato l'olocausto.L'unico
film uscito nel '47 è "L'ebreo errante" girato dal regista Goffredo
Alessandrini, una pellicola ricca di stereotipi sul popolo ebreo che, non offriva
certamente una visione corretta sulla Shoah". In definitiva, l'atteggiamento critico
di Pezzetti, è stato essenzialmente rivolto alla spettacolarizzazione, da parte dei
media, della vicenda storica. "Si parla si! ma non c'è una concreta conoscenza dei
fatti" L'accusa è secca e mirata tanto che la direttrice di "Noi donne",
corre ai ripari sostenendo: "Oggi è a disposizione una quantità di informazione
tale da riuscire a recuperare il gap di quei quindici anni di buio (dal 45 al 69). I media
hanno stimolato le nuove generazioni a documentarsi sulla Shoah, hanno dunque sollevato
l'attenzione. Certo il problema resta la qualità dell'informazione". Dunque, tutti
sanno dei campi di sterminio, dei milioni di morti ma pochi conoscono il perché. "In
questo - ha continuato Pezzetti - l'Italia ha una responsabilità enorme. E' come se si
volesse cancellare il passato. "Se ne parla sempre in forma spettacolare e,
soprattutto la televisione, ai film o ai documentari trasmessi, non fa mai seguire un
concreto dibattito."' Troppi scheletri nell'armadio, sia a destra che a sinistra,
rossi e neri hanno stretto un tacito compromesso sottacendo le responsabilità il tutto,
con la complicità del popolo italiano".
Toni durissimi, che nascondono anche un plausibile rancore.
Ma
Pezzetti grida la verità, la racconta con lucida passione, ammutolisce la platea,
dispensa bacchettate.C'è poco da ribattere indubbiamente ma, da un incontro sui mezzi di
comunicazione, ci si aspettava che emergesse un valore fondamentale: l'interlocuzione fra
la notizia data e la notizia letta. La stampa, scritta e televisiva, è sempre al centro
di aspre polemiche e, in alcuni casi, le critiche rivolte sono sacrosante. Ma, quando si
tratta di temi delicati e soprattutto quando sono i giovani a fruirne, è necessario che
ci sia un interlocutore: la famiglia, la scuola, ecc. E' questo un motivo anche di
approfondimento culturale oltre che di tutela in tutti i sensi. In questo però, il
progetto "Diamo un futuro alla memoria" ha pienamente colto il senso ed il
valore attuale dell'argomento. Incontrando ogni giorno centinaia di studenti, è riuscito
a trasmettere i principi del rispetto e della tolleranza, fondamentali per le future
generazioni che si incamminano verso una società multietnica. Ritornando
sull'informazione mi sembra superfluo aggiungere che, oggi più che mai, chiunque voglia
documentarsi in maniera obbiettiva sulla Shoah ha a disposizione tantissimi mezzi;
pertanto, le tesi negazioniste e assolutamente non revisioniste avanzate da taluni
"colleghi", non trovano nessun fondamento veritiero né nella storia dei fatti
né nella coerente sensibilità degli uomini. |
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