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Salerno
20 - 30 gennaio2001
Chiesa di
S.Apollonia
Via
S.Benedetto
Alcuni temi della mostra:
La condizione di vita dei giovani nella Germania nazista, l'influsso della ideologia
fascista della razza, della militarizzazione e la vita in guerra.
La criminizzazione di atteggiamenti non conformi e la persecuzione di giovani emarginati.
La storia dei due campi di concentramento per giovani di Moringen e Uckermark.
Le testimonianze degli ex internati. |
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sabato 20 gennaio, ore 10.00
Inaugurazione
Alberto Esposito
Assessore alle Politiche
Sociali della Provincia di Salerno
Ermanno Guerra
Assessore
all'Educazione e
Formazione del Comune di Salerno
Matthias Durchfeld
ISTORECO Reggio Emilia
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da
sin. Matthias Durchfeld, Alberto Esposito, Alfonso Gambardella |
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La
Citta
Venerdi 19 gennaio 2001
Per non dimenticare lo
sterminio
Mostra a SantApollonia sulle persecuzioni naziste
Angela Caso |
Il Salernitano
20 gennaio 2001
"Musica nemica" a
Sant'Apollonia. |
Matthias Durchfeld
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l Mattino di
Salerno
Sabato 20
Gennaio 2001
LA MOSTRA A
SANT’APOLLONIA
Nazismo, orrore anche per i giovani tedeschi
Fabio Jouakim
Le porte dell’orrore nazista si riaprono per le scuole salernitane,
con la sesta edizione di «Diamo un futuro alla memoria». Si chiama
«Non avevamo ancora cominciato a vivere» la mostra, curata dall’Istoreco
di Reggio Emilia, che si inaugura oggi alle 10 alla chiesa di Sant’Apollonia
(fino al 30 gennaio: orari 9.30-12.30 e 17.30-19.30) . Dove gli
studenti potranno vedere, grazie a foto e testimonianze di
sopravvissuti, che i campi di concentramento nazisti non ospitarono
solo ebrei, criminali, avversari politici. Ma anche la stessa
gioventù tedesca che era contro le folli regole dettate dal Fuhrer.
Erano i campi di Moringen e Uckermark, che dal ’40 al ’45 ospitarono
giovani dai 12 ai 22 anni che non vollero arruolarsi nella
Hitlerjugend, ma che vestivano inglese, o ballavano e ascoltavano lo
swing, il sound che esplodeva negli anni ’30, che seguivano la moda.
Gioventù da rieducare. «Nel campo - racconta Mariella Rocco,
curatrice salernitana della mostra - le condizioni di vita erano
tremende. Il sistema di reclusione era durissimo. Ci sono
testimonianze di esperimenti genetici, molti ragazzi sono morti in
quei campi».
Una storia raccontata nel film del ’93 «Swing kids» di Thomas
Carter, che sarà a disposizione di chi lo vorrà vedere alla chiesa
di S.Apollonia. È la storia, ambientata nel ’39, di un gruppo di
giovani di Amburgo che all’ordine nazista preferisce i vestiti
inglesi, il cinema e la musica americana, considerata dai nazisti
uno schiaffo alle leggi razziali: si cantava e si ballava ai ritmi
di Louis Armstrong (nero), Diango Reinhart (zingaro), Benny Goodman
(ebreo). Fino a quando la tempesta nazista porterà come conseguenze
per i ragazzi scelte molto difficili. Il regime li spazzò via, ma
quella musica è rimasta. Di questo, sempre alla chiesa di
S.Apollonia, si parlerà in un incontro il 27 gennaio («Musica
nemica»), che da quest’anno in Italia, con legge dello Stato, è la
giornata in cui si commemorano le vittime dei crimini nazis |
Cronache del Mezzogiorno
19 gennaio 2001
"Swing Kids"
"Non avevano ancora comiciato a vivere"
Michela Pecoraro
La libertà è un bene grandissimo. E' un bene che oggi è considerato talmente normale e
dovuto (e magari è pure giusto così) che nessuno lo apprezza più. Quando parlo di
libertà io parlo della libertà più semplice e genuina, la più scontata ma anche la
più importante: parlo della libertà di passeggiare, ballare, suonare... quella, in poche
parole di vivere.
Una vita che all'epoca nazifascista fu negata a molti (se non a tutti) ma soprattutto ai
giovani. E' di questo che si parlerà durante la mostra intitolata "Non avevamo
ancora cominciato a vivere" la quale si inaugurerà, domani alle ore 10.00 (e sarà
fruibile fino alla fine del mese), presso la Chiesa di S. Apollonia, in via San Benedetto.
Saranno presenti Alberto Esposito, Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di
Salerno, Ermanno Guerra, Assessore all'Educazione e alla Formazione del Comune di Salerno
e Matthias Durchfeld, ISTORECO di Reggio Emilia.
L'Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione che ha organizzato questa
manifestazione, è da anni attiva nella promozione delle tematiche di educazione alla pace
e, nell'ambito del progetto "Diamo un Futuro alla Memoria" in particolare, ha
sempre fornito motivi di riflessione su quella che fu una delle più grandi tragedie del
nostro secolo: la deportazione politico-razziale dell'epoca nazifascista.
Quest'anno, poi, l'Associazione ha scelto di dedicarsi a ricordare una delle figure più
belle ed eroiche, se vogliamo, della guerra: gli swing kids. Erano giovani che volevano
vivere la loro età senza limiti, che non accettarono di piegarsi ad una logica che
annientava le individualità, ragazzi che, però, ricordiamolo, non facevano politica
attivamente. Essi non sopportavano di vedersi negato il diritto di ascoltare e ballare la
musica swing (da qui il nome) e quella jazz...
Questi generi musicali, infatti, erano considerati dal regime "degenerati" e,
quindi, vietati perché suonati da soggetti considerati, dalla logica razzista dell'epoca,
"inferiori". Il regime voleva organizzare e pianificare la vita di ogni ragazzo
e fare loro un vero e proprio lavaggio del cervello. In molti casi vi riusci' ma non con
gli swing kids i quali non accettarono tutto questo e per questa loro colpa morirono.
Furono rinchiusi nei famigerati campi di concentramento nazisti e classificati come
asociali. Uno dei campi più noti è quello di Moringen dove furono rinchiusi ragazzi dai
12 ai 22 anni i quali subirono esperimenti di ogni genere tra cui la sterilizzazione.
Per ricordarli, la sera del 27 Gennaio, giornata dedicata alla memoria in tutta Europa, ci
sarà un concerto di musica swing e saranno, inoltre, presenti Riccardo Schwamenthal, ex
internato del campo di Ferramonti di Tarsia, il quale ci racconterà la sua storia, Carlo
Pecoraro, giornalista e Gerardo Giordano, Assessore al Lavoro, Sviluppo e Programmazione
Economica della Provincia di Salerno.
Durante la mostra sarà possibile visionare il film intitolato "swing kids" e i
cd rom interattivi sul tema della Shoa'. Come sempre, ciò che si augurano gli
organizzatori della mostra è attirare l'interesse dei ragazzi dei nostri tempi che della
deportazione hanno sicuramente sentito parlare ma di cui sanno ancora troppo poco.
E allora, ragazzi, pensate agli swing kids, a quanto vi assomigliano, pensate a qualcuno
che vi nega di ballare la vostra musica preferita, di ascoltare i cantanti che più amate
e, poi, chiedetevi perche'. Non troverete una risposta ma vi sentirete molto più vicino a
quei giovani che per amore della vita e della libertà morirono. Sentite, ora,
quanto è bello essere liberi? |
Il Salernitano
22 gennaio 2001
A Sant'Apollonia una mostra sui
campi di concentramento
La castrazione culturale della
Germania. Cosi il curatore Matthias Durchfeld ha definito la mostra visibile
nella Chiesa di Sant'Apolloniadi Salerno dal titolo "Non avevamo ancora cominciato a
vivere voci e immagini dai campi di concentramento per giovani di Moringen ed
Uckermarck".
L'esposizione è stata realizzata a cura dell'ISTORECO, l'istituto per la Storia della
Resistenza e della Società Contemporanea e costituisce il punto di arrivo di ben
vent'anni di ricerca, in cui le nuove generazioni tedesche hanno cercato di riappropriarsi
con tenacia di un passato troppo scomodo, sepolto e rinnegato.
Non esisteva, infatti, neppure una targa che ricordasse l'esistenza di questi luoghi di
morte, e l'esposizione, nata in Germania e giunta finalmente nel Sud Italia, ricostruisce
con ricchezza di testimonianze la vita del campo maschile di Moringen e di quello
femminile di Uckermark, mentre il video «Mauthausen 2000 di Carlo Pecoraro propone le
testimonianze dei superstiti del lager Nella Baroncini e Franco Cosmar.
I minorenni destinati a questi campi potevano essere internati con un semplice atto
amministrativo e un atteggiamento anticonformista poteva essere sufficiente a precipitare
in quell'inferno.
I testi della mostra sono in tedesco per ribadire che è nata in Germania e che
bisogna fare uno sforzo per comprendere realtà solo apparentemente lontane da noi - ha
affermato Durchfeld - Non bisogna dimenticare che il campo di concentramento è il punto
dl arrivo di una politica dell'emarginazione che si muove a piccoli passi.
L'assessore alle Politiche Sociali Alberto Esposito ha offerto tutto il sostegno possibile
alla manifestazione.
Il prossimo appuntamento è sabato alle ore 18 alla chiesa di Sant'Apollonia con
Musica nemica, un dibattito sul rapporto tra nazismo e jazz che vedra' tra
l'altro la partecipazione di Riccardo Schwamenthal, ex internato a Ferramonti di Tarsia. |
Cronache del
Mezzogiorno
22 gennaio 2001
Non avevamo ancora comiciato:
Una mostra a Sant'Apollonia
Michela Pecoraroil
manifesto
26 gennaio 2001
27 gennaio, un
giorno per ricordare
Da Napoli a Roma, da
Salerno a Udine, in tutte le regioni italiane saranno centinaia le iniziative per la
"giornata della memoria". Proiezioni di film e documentari, mostre e
installazioni, incontri nelle scuole con alcuni dei sopravvissuti alla Shoah, spettacoli
teatrali e musicali
IAIA VANTAGGIATO |
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La Citta
26 gennaio 2001
Per non dimenticare l'orrore
nazista
Viaggio letterario tra diari e schegge di vita
Domani un dibattito a SantApollonia
Francesca Blasi
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Il Salernitano
26 gennaio 2001
Ecco le iniziative organizzate per
il "Giorno della Memoria"
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Cronache
del Mezzogiorno
26 gennaio 2001
Storie e immagini dai campi di concentramento
Michela Pecoraro
Il 27 gennaio e' un giorno particolare, e' la data dell'abbattimento dei cancelli del
campo di concentramento di Auschwitz: per questo motivo, in vari Paesi europei è questa
la data in cui si festeggia il Giorno della Memoria". Da quest'anno, anche in
Italia, grazie alla legge n. 211 del 20 luglio 2000, si è deciso di ricordare, in questo
giorno, la deportazione politica razziale perpetrata dal nazifascismo.
L'Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione, nell'ambito del progetto
"Diamo un futuro alla memoria" lo fa in una maniera un po particolare ma
che ha un suo senso, lo fa a tempo di musica, con un concerto di musica swing.
In realtà, il concerto si realizza nel corso di una mostra intitolata "Non avevamo
ancora cominciato a vivere", in visione presso la Chiesa di S. Apollonia già dal 20
di questo mese (e continuerà ad esserlo fino al 30) nel corso della quale si spiega la
storia di giovani tedeschi morti nei campi di concentramento di Moringen e Uckermark
perché ascoltavano musica degenerata ossia vietata dal regime, appunto quella swing e
quella jazz. E' in loro ricordo, quindi, che nel Giorno della Memoria, presso la Chiesa di
S.Apollonia, si suonerà musica swing, si ascoltera' e ballera' la musica degenerata
dell'epoca nazista.
In concerto saranno gli www.swing.it, un quintetto formato da Peppe Plaitano per il sax,
il clarinetto e il flauto, da Vanni Borraro per il sax, il clarinetto e la voce, da
Vincenzo Barbato per chitarra e banjo, da Aldo Vigorito per il contrabbasso e da Donato
Cimaglia alla batteria. I cinque ragazzi sono veri cultori del jazz classico che hanno
tenuto concerti-conferenze sulla storia del jazz e che hanno partecipato a questa
iniziativa della Giornata della Memoria con grande entusiasmo.
Prima del concerto, comunque, alle ore 18.00 ci sarà un altro momento molto interessante
dove interverranno, in una conferenza, Riccardo Schwamenthal, ex internato del campo di
Ferramonti di Tarsia e Carlo Pecoraro, autore del video Mauthausen
2000", visionabile durante la mostra. Le conclusioni della conferenza, invece,
saranno affidate all'Assessore al Lavoro, Sviluppo e Programmazione Economica
della Provincia di Salerno, Gerardo Giordano, il quale e' da sei anni vicino alla
Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione garantendo sempre il sostegno
dell'istituzione provinciale. |
sabato 27 gennaio
Giornata della Memoria
ore 18.00
Musica
nemica
Riccardo Schwamenthal
Ex internato a Ferramonti di
Tarsia e pubblicista
Carlo Pecoraro
Giornalista de Il Salernitano
conclusioni
Gerardo Giordano
Assessore al Lavoro e
Programmazione Economica della Provincia di Salerno
ore 20.00
www.swing.it
in concerto |
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da sin.Gerardo Giordano,
Carlo Pecoraro, Riccardo Schwamenthal |
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il
manifesto
27 gennaio 2001
I ragazzacci della musica
nemica
A Salerno mostra, convegno e concerto in ricordo dei lager per "giovani deviati"
Michele Fumagallo
Si può celebrare in modo non convenzionale la giornata del 27 gennaio dedicata alle
vittime dell'olocausto nazista, magari con un concerto di musica swing e un convegno dal
titolo emblematico di Musica nemica. Nell'ambito del progetto, "Diamo un futuro alla
memoria", che ormai va avanti da sei anni e che propone, soprattutto a studenti e
insegnanti, elementi di riflessione su quell'avvenimento cruciale per la storia
dell'umanità che fu la deportazione nazista, l'associazione ha allestito, nella chiesa di
S.Apollonia a Salerno e visitabile fino al 30 gennaio, la mostra "Non avevamo ancora
cominciato a vivere", un percorso di 40 pannelli che illustra voci ed immagini dai
campi di concentramento giovanile di Moringen ed Uckermark. I due campi, situati nel
territorio della Germania dell'Est, furono occupati da 900 giovani dai 12 ai 22 anni,
deportati per i più svariati motivi legati a quello che allora, nella Germania nazista,
veniva considerato il comportamento deviante giovanile.
E' una vicenda, relativamente nuova nel campo della storiografia dell'olocausto, che solo
dagli anni 70 in poi é stata studiata a dovere. Uno spaccato inquietante del dolore
giovanile di quelli che oggi si chiamerebbero "ragazzi a rischio": giovani
poveri, ragazze "sorprese" a far le cameriere in case ebraiche, soprattutto
adolescenti che invece di seguire la gioventù hitleriana e i suoi riti preferivano
sognare con la musica afro-americana, importare clandestinamente i dischi e ascoltarli di
nascosto. Interessante e commovente la parte della documentazione che riguarda proprio un
gruppo di giovani di Amburgo e il loro struggente "rifugiarsi" nella musica del
nemico.
Nasce da qui l'incontro dibattito Musica
nemica (sabato 27 gennaio alle ore 18) che sarà seguito dal concerto del quintetto
"Www.Swing.It" (ore 20). A lato della mostra è possibile assistere alla
proiezione del film di Thomas Carter Giovani ribelli, storia di un gruppo di amici swinger
e di come il nazismo incise sulla loro vita di tutti i giorni |
Il
Salernitano
30 gennaio 2001
Si chiude domani "Non
avevamo ancora cominciato a vivere"
Improvvisazione discriminata
Gemma CriscuoliIl
jazz e lo swing come opposizione al livellamento culturale del nazismo e del fascismo.
Persone che hanno pagato con la vita lamore per una musica libera, gioiosa, immune
da qualsiasi costrizione. Questo largomento dell'incontro avvenuto nella Chiesa di
S.Apollonia a Salerno nel giorno della memoria - l'anniversario della liberazione del
campo di Auschwitz- che ha visto l'intervento di Riccardo Schwamenthal, ex internato a
Ferramonti, uno dei massimi studiosi del rapporto tra jazz e nazismo, e di Gerardo
Giordano, assessore al Lavoro, Sviluppo e Programmazione Economica della Provincia di
Salerno. Lincontro, moderato dal giornalista Carlo Pecoraro (autore del video
documento Mauthausen 2000); si riallaccia a "Non avevamo ancora
cominciato a vivere", la mostra sui campi di concentramento per giovani di Moringen
ed Uckerrnark, curata dall'ISTORECO di Reggio Emilia e promossa in città
dall'Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione attiva dal 1996 nella
elaborazione del progetto Diamo un futuro alla memoria che ha visto a Salerno
la realizzazione di tanti appuntamenti d'incontro con ex deportati e mostre sul tema.
La mostra, per la prima volta al Sud, è visibile fino alla fine di questo mese.
Fin dagli anni '20 il jazz, che attirava soprattutto gli intellettuali veniva identificato
con un mondo snob e selvaggio e il movimento futurista intuì con largo anticipo
linnovazione di questa musica - ha ricordato Schwamenthal - In Italia i musicisti
neri venivano considerati dei fenomeni da baraccone e le loro scelte artistiche apparivano
frutto della realtà degenerata degli ebrei e delle minoranze. Nel 1926 Pietro Mascagni
definì il jazz "fenomeno di barbarie e cocaina", e un giornale del 1944,
Bergamo Repubblicana, tuonava contro la musica angloamericana - con le sue
selvagge esplosioni cacofoniche che suscitavano nella platea urla
bestiali con acrobazie strumentali unite al ballo di SanVito. Una musica
cosi' orgogliosamente ancorata alla gestualità e all'improvvisazione suscitava orrore in
coloro che difendevano il primato razzista e conservatore dell'Italia come madre di tutte
le arti. Autore di un attento saggio sul noto artista Natalino Otto, sensibile alle
suggestioni dello swing e del jazz, Schwamenthal ha ricordato come nel 44 al Teatro
Duse di Bergamo (oggi abbattuto), il cantante fu costretto a interrompere lo spettacolo
Una notte a Madera e a cantare Giovinezza sotto la minaccia della
pistola di un fascista, Elia Bruno. Esempio emblematico dl un clima opprimente, ostile a
ogni forma di libertà. La serata si è conclusa con l'esibizione della formazione
musicale www.swing.it che ha proposto un ampio scorcio della musica di quegli anni |
Il Corriere del
Mezzogiorno
28 gennaio 2001
I "ragazzi dello
swing" vittime del nazismo
Adolfo Pappalardo |
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